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IK Multimedia iLoud iSub, il piccolo sub con calibrazione – Review

Costruzione9.5
Suono8
Facilità d'uso9
Rapporto qualità prezzo8.5
Il piccolo, ma potente, iSub porta la calibrazione in qualsiasi sistema di ascolto stereo, espandendo la risposta in frequenza fino a 25 Hz. Si adatta a qualsiasi situazione, dalla mixing room all'home theatre!
8.8

Prendete un woofer con amplificazione attiva, inseritelo in un cabinet di minime dimensioni con due radiatori passivi ai lati, integrate un convertitore D/A su USB, un ricevitore BT e un DSP per la calibrazione con ARC X, e otterrete iSub.

 

L’ultimo elemento che mancava alla linea iLoud di monitor amplificati di IK Multimedia, di cui abbiamo provato le nuove Precision 6 MK II pochi giorni fa, era un subwoofer per completare la risposta in frequenza, dai più piccoli Micro Monitor alle più professionali MTM MK II e Precision. In generale, iSub nasce per estendere la risposta in frequenza di qualsiasi monitor con altoparlanti da 3 a 7 pollici. Anche questa volta le sorprese positivie non mancano. Potremmo dire che il piccolo iSub ha diverse caratteristiche funzionali simili a subwoofer ben più costosi (e pesanti) come Neumann KH 750 DSP: entrambi hanno una coppia di ingressi e uscite analogici, per collegare al sub una coppia di monitor che saranno calibrati, via software, indipendentemente dai modelli di monitor in uso. Una soluzione che permette di mantenere la piena indipendenza sulla scelta dei monitor principali da abbinare al sub o, ancora meglio, di estendere la risposta in frequenza verso il basso e calibrare la risposta in generale su qualsiasi sistema in possesso. Ciò che rende ancora più appetibile iSub è anche il ricevitore Bluetooth, che apre le porte alla connessione con smart TV, smartphone e tablet. iSub viene visto come speaker BT. E’ chiaro, fin d’ora, che l'interesse maggiore per iSub deriva da tutti gli home studio o i project studio che vivono in ambienti di piccole dimensioni, dove un classico sub non avrebbe spazio, ma anche l’intero settore dell’intrattenimento, a partire dall’home theatre, potrebbe vedere iSub come una soluzione di alta gamma per l'ascolto di musica, associato a monitor o casse audio.

La gestione della calibrazione direttamente da iSub, con tanto di microfono per la misurazione fornito di serie, è vincente: una volta misurato e calibrato il sistema di ascolto, il DSP di iSub si occupa di applicare la correzione acustica, tramite equalizzazione, sia a sé stesso che alla coppia di monitor collegati, creando un sistema 2.1 in grado di estendere la risposta in frequenza fino a 25 Hz, senza necessità di software o plug-in attivi al momento dell’ascolto. Tutto quanto è memorizzato nel DSP di iSub e il sistema è pronto e calibrato già all’accensione. Ogni azienda ha il proprio sistema di correzione e, nel caso di iSub, parliamo di ARX C, che offre sia la parte di misurazione che di calibrazione.

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Hardware

Occorre una certa attenzione a maneggiare il sub perché le dimensioni ridotte (28,3 x 25 x2 4,4 cm, quasi un cubo) e i tre altoparlanti (due radiatori passivi da 6,5 pollici ai lati e un woofer sempre da 6,5 pollici frontale, tutti in alluminio) sono a portata di dita quando si prende in mano il sub. Meglio prenderlo agli angoli. iSub è anche il primo prodotto di iK Multimedia prodotto in Cina. Sulla qualità di costruzione non abbiamo nulla da eccepire: non c'è alcuna sbavatura, incertezza.

Tutte le connessioni sono sul lato posteriore di iSub: due ingressi Combo/XLR per collegare il segnale che proviene dall’interfaccia audio o dal mixer, o da qualsiasi altra fonte analogica, affiancata da due ingressi RCA, graditi per utilizzare iSub anche in contesti home theatre (vedremo dopo i risultati), le due uscite Combo/XRL per il collegamento analogico ai monitor audio, con le relative uscite RCA. La connessione USB-B, che regge anche cavi molto lunghi, serve per programmare il DSP da ARC X e come porta digitale audio in ingresso con frequenze supportate da 44.1 kHz a 96 kHz. L’installer prevede un driver ASIO per Windows mentre su Apple la porta USB è riconosciuta come uscita digitale Core Audio.

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I controlli sono minimali: Volume (da 0 a + 6 dB con scatto centrale a zero), un piccolo switch per selezionare il punto di crossover tra 50 e 80 Hz, con led dedicato quando iSub è controllato da ARC X, e un secondo switch in forma di pulsantino per attivare il collegamento con Bluetooh. iSub è riconosciuto come speaker BT esterno, per cui si può collegare il proprio smartphone o una smart TV (noi abbiamo usato una Sony con Google TV). La connessione BT supporta i codec SBC e AAC. La potenza del sub è adatta agli studi di registrazioni, con circa 200 Watt di picco e 160 W RMS, con amplificatore in Classe D. A 40 Hz si raggiunge un massimo di 106 dB SPL. Il peso + di 7,1 kg. Di serie è fornito di cavo USB, microfono di misurazione con clip e cavo di alimentazione.

ARC X

Il software a corredo di iSub è il punto forte dell’intero sistema ed è fornito di serie, attivato con un seriale. Data la funzione di interfaccia audio di iSub, è possibile calibrarlo collegandolo direttamente via USB al computer, anche se poi è comunque necessaria un’interfaccia audio con preamp per l’uso del microfono. Non è possibile collegare direttamente il microfono a un ingresso di iSub, perché non c’è alcuna routine all’interno di iSub per la calibrazione. Tutto quanto va eseguito tramite ARC X, il quale permette di misurare la risposta in frequenza dell’ambiente con modalità che vanno da una singola misurazione a ben 21 punti, con un solo sweep la misurazione (Fast) o quattro come standard. Considerato che la calibrazione è l’elemento critico per il risultato, conviene armarsi di pazienza e provare anche i 21 punti, sebbene già a sette i risultati siano assai validi. Il processo di misurazione è a prova di idiota, con tanto di controllo, in fase preliminare, del livello necessario alla misurazione. E’ possibile utilizzare altri microfoni di misurazione, per i quali si può caricare la curva di risposta.

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Una volta eseguita la misurazione, è possibile salvare il nome della curva di misurazione associandola anche a una immagine di un monitor. Ogni calibrazione corrisponde a un unico progetto, che sarà salvato in cartelle di analisi specifiche. ARC X consente di lavorare su un’unica calibrazione alla volta. Da sottolineare che ARC X ha perso la compatibilità con i file di misura delle versioni ARC precedenti, compresa ARC 4.

La pagina successiva permette l’editing della curva calibrazione, mostrando la curva calcolata dopo l'analisi in arancione, la curva della misurazione in blu, la curva target in viola e la risposta finale del sistema in grigio. Dalla colonna sottostante è possibile selezionale la risposta globale (System) o quella dei singoli monitor, ma l’intervento in editing con i sei filtri di equalizzazione è sempre generale. Le uniche eccezioni sono le funzioni di inversione di fase, il delay, il gain e il mute indipendenti per ogni singolo monitor. In un sistema immersivo diventa fondamentale il parametro TOF, che indica il tempo registrato dall’ingresso del monitor alla sua misurazione, inclusa la latenza del DSP.

L'editing della calibrazione offre un equalizzatore flessibile: il primo e il sesto filtro possono lavorare come Bell o Shelf, mentre i filtri 2, 3, 4 e 5 sono solo a campana, tutti con Q, gain e frequenza programmabile con i parametri visualizzati automaticamente non appena si clicca sul filtro. Il punto di crossover ha un range da 50 a 150 Hz, con scelta della pendenza tra secondo, quarto e ottavo ordine (noi abbiamo sempre preferito il quarto ordine) e non interviene sul punto di crossover di iSub, se viene impostato manualmente sul pannello posteriore. Quando si usa iSub con calibrazione è sempre necessario lasciare la selezione del crossover sul pannello posteriore su ARC X, per evitare che ci siano problemi di allineamento con la curva calibrata. Il punto di crossover posteriore è utile in contesti di home theatre.

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Le modifiche della calibrazione sono salvare nella sessione, ma non c'è modo di salvare la curva modificata con un nome, così da poterla richiamare a piacere. Occorre sempre richiamare la sessione. Il lato positivo, però, è che iSub memorizza anche gli interventi di editing nel DSP interno, per cui una volta definito il tutto, alla riaccensione è caricata esattamente la curva di calibrazione con relativo editing.

La connessione ad ARC X è sempre necessaria se si utilizzano le seguenti funzioni:

  • Target Curve per richiamare curve di target differenti secondo la modalità di ascolto desiderata, quali Standard Control Room, Lively Room 1 e 2, Dolby Atmos etc,
  • Voicing per provare l’ascolto del mix su una ventina destinazioni differenti, emulando la risposta di monitor audio famosi, speaker hi-fi, TV e smartphone. Nel caso di iSub sono fornite anche tre modalità di ascolto differenti.
  • Remote: emula i quattro pulsanti del controller hardware, non previso per iSub, a cui si possono associare le funzioni di bypass, Dim e Mute, oltre, per esempio, al richiamo di tre modalità diverse del comportamento di iSub o a Voicing differenti. Non è però possibile, per esempio, mettere in bypass il solo iSub da Remote. Per farlo occorre passare da Actions nella pagina di Edit. Non sono previste funzioni Mono, Mid e Side.

 

In prova

Le dimensioni sono molto contenute, ciò nonostante il piccolo iSub ha una voce potente: lo abbiamo sostituito con il nostro sub in regia per vedere se riusciva a scendere verso i 40 Hz e, senza indugi, ha raggiunto il risultato senza difficoltà. Non ci si può aspettare molta aria mossa da un woofer da 6,5 pollici, rispetto a sub molto più grandi, ma il suono e la riproduzione c’è tutta, il che è poi lo scopo del sub.
Il secondo test ha riguardato l’uso di iSub con piccoli monitor in home recording studio, in questo caso Genelec M030, e la calibrazione in un ambiente non del tutto idoneo. Il processo di misurazione è andato subito a buon fine e, come ci aspettavamo, molto del lavoro di calibrazione ha riguardato le frequenze sotto i 500 Hz. La differenza si sente subito: uno sweep verso le frequenze più basse è più lineare in ampiezza, senza alterazioni eccessive di livello mentre evolve, ma come sempre tutto dipende dall’ambiente. Un sub richiede spazio per le frequenze più basse e una gestione dei nodi, anche con l’uso di trappole per bassi, molto accurato per dare il meglio di sé. Già solo spostare il punto di ascolto di 50 cm corrisponde a una risposta sulle basse frequenze molto diverso. La calibrazione, in questi casi, aiuta parecchio: tanto più la stanza ha problemi, tanto più la riproduzione tende a migliorare. L’intervento sulle medie e alte frequenze può comportare una immagine stereo differente, non necessariamente peggiorata. Nel nostro caso la risposta sulle alte non è stata quasi toccata, per cui l’immagine stereo era precisa.

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La curiosità di usarlo in un home theatre semplice è stata soddisfatta molto presto: usando una soundbar Sony HT-5000, abbiamo fisicamente collegato iSub con un cavo all’uscita dedicata della soundbar, per scoprire che iSub ha una potenza molto maggiore di quel che ci aspettavamo. Per equilibrare i livelli, abbiamo dovuto ridurre il Volume di iSub (circa a un terzo del Volume). Rispetto alla sola soundbar i risultati sono entusiasmanti e, considerate le dimensioni contenute, iSub può essere facilmente nascosto alla vista, sebbene l’estetica sia molto gradevole. La flessibilità di iSub si fa notare anche come speaker BT collegato a due piccoli monitor amplificati. Con un portatile abbiamo calibrato l’intero sistema (peccato non esista ARC X in versione semplificata come App per Android o iOS), salvato la curva e abbandonato il sistema nelle mani di Spotify e smartphone. Rispetto a quanto si ascolta di solito sulle smart TV o speaker BT, il convertitore di iSub suona  meglio ed è una bella garanzia nell’home theatre. Grazie al peso ridotto, è un sub da prendere e spostare di volta in volta in sistemi di ascolti differenti.

 

Tornando in studio, abbiamo voluto testare il convertitore di iSub: è di buona qualità con differenze che si sentono sulle alte frequenze, più rigide, e con una immagine stereo più compatta rispetto a un convertitore da studio di alta qualità (in questo caso un Prism Audio). Il timbro è più focalizzato sulla voce e sulle medio alte, ma la qualità è tale che ci si può lavorare con profitto in ambienti di home recording, multimedia e post produzione. La situazione ottimale è usare l’ingresso audio USB a 48 kHz, che è la stessa frequenza usata dal DSP, così da evitare una serie di passaggi digitali per allineare la frequenza di campionamento del DSP a quella di ingresso. iSub ha una latenza dichiarata di 1,42 ms. Per chi fa sound design o produce davanti a un computer su una scrivania, l’accoppiata iSub e monitor è un bel passo avanti, sempre merito della calibrazione. Il convertitore, in questo caso, è superiore a quello di qualsiasi computer da tavolo.
Durante i test, non abbiamo sentito alcuna interferenza provenire dalla connessione USB, talvolta fonte di rumori digitali estranei. Nessun ronzio o altri rumori parassiti.

Conclusioni

Al termine di diversi giorni di test in ambienti tra loro molto differenti (home recording, home theatre, desktop computer, mixing room), ci siamo fatti un’idea precisa di iSub: è talmente flessibile nelle connessioni e nella calibrazione, che è la soluzione più intelligente per aspira a un sub per migliorare l’ascolto, regalandosi anche una calibrazione di ottimo livello, così da poter utilizzarlo in contesti molto differenti, grazie alle dimensioni e al peso.
Di giorno in studio, di notte sotto alla soundbar della televisione...
Al di là di questo aspetto, che permetterà forse a iSub di entrare in nuovi mercati, dal punto di vista del mix e dell’ascolto, un iSub fa la differenza nella gestione in mix del basso, della cassa e di qualsiasi suono sotto gli 80 Hz, a patto di essere consapevoli dalla fortissima interazione tra ambiente e subwoofer, che può essere migliorata con la calibrazione e con qualche accorgimento acustico. L’intero bundle iSub, ARC X e microfono non ha rivali in termini di prezzo e qualità.
iSub è la chiave che apre alla calibrazione e all’estensione della risposta in frequenza di qualsiasi sistema di monitor stereo, vecchio o nuovo che sia, strizzando l’occhio anche a installazioni immersive entry level, ma di qualità, e home theatre.

 

Pro
Ingresso audio digitale su USB
Connessione BT in ricezione
Connessioni bilanciate e su RCA
ARC X con microfono di serie
Costruzione
Potente

Contro
Nessuna funzione bypass del sub su Remote
Mancano funzioni di Mid Side o Mono su Remote
Una sola curva di calibrazione per sessione

 

Per info: IK Multimedia
Prezzo: 599,99 + IVA

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