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Max Mungari, musica, mix e mastering nel 2025 - L'intervista


Conosciamo Max da tempo. La sua tenacia, la sua perseveranza e il suo istinto musicale lo hanno portato alla ribalta, facendolo apprezzare non solo per il suo lavoro come musicista, ma anche come sound engineer per mix e mastering.

max mungari audiofader luca pilla avid s1 dock recording studio

Max è un talento che si è evoluto durante la transizione tra hardware e software, negli stessi anni in cui i social sono diventati canali importanti per farsi conoscere e lavorare, prendendo il posto dello studio di registrazioni per farsi conoscere dai futuri clienti.
Nel 2025 potrebbe non aver più senso parlare del solo lavoro di sound engineer: Max rappresenta un modello di integrazione trasversale tra tecnica, musica e social. Abbiamo quindi voluto esplorare il suo cammino, come esempio di successo in un mondo sempre meno confinato alle definizioni, ai ruoli e alle mura dello studio di registrazione, che tra l’altro sta rimodernando.

Luca Pilla Ci siamo incontrati 10 anni fa, un tempo che può essere breve o lungo. Cosa è cambiato?
Max Mungari Rispetto a dieci anni fa è cambiato tutto! Ho realizzato tantissime produzioni e ho mixato e masterizzato tanto, non solo per artisti sconosciuti ma anche per nomi importanti nel panorama Italiano. Tutto questo vuol dire, oltre alla visibilità, esperienza sul campo che è l’aspetto più’ importante in questo mestiere, perché ti permette di crescere sia come sound engineer e sia come musicista! Piano piano sono cambiate le mie orecchie e l’approccio al lavoro. Ho iniziato a vedere la musica non in maniera asettica o solo tecnica, ma in modo artistico e quindi ecco il cambiamento! Dieci anni fa avevo investito sulle Dynaudio BM15A come ascolto principale: oggi è ancora così ma mi sembrano casse completamente diverse! Non sono cambiate loro, sono cambiato io e lo studio, che ho realizzato controllando ogni aspetto, con un’attenzione particolare agli isolamenti, all’acustica interna, agli ascolti e alle macchine scelte una per una con precisi motivi! Ora le Dynaudio lavorano in modo completamente diverso.

max mungari audiofader luca pilla avid s1 dock recording studio

 

LP Hai usato sistemi di correzione?
MM Ho optato per la correzione di IK Multimedia ARC Studio con il software ARC-X, che reso flat e corretto il mio ascolto! Ora è molto più bilanciato e preciso, non solo come risposta in frequenza ma anche nella monofonia (mid) e nella fase! Questo mi ha completamente cambiato la percezione dell’ascolto! Mixo e masterizzo più velocemente, in serenità perché so che quello che realizzo in studio sarà uguale fuori dallo studio senza sorprese! Oggi sono molto più attento alla fase del suono, alla compressione non solo dei singoli strumenti ma anche del bus master, agli estremi di banda, al suono in generale che deve essere sempre piacevole al di là del genere musicale! Non voglio che la mia musicalità prenda il sopravvento nel mixing o nel mastering! Ogni suono e ogni strumento deve avere la giusta collocazione in frequenza e in importanza all’interno di una song. Rimango molto attento alle frequenze comuni tra gli strumenti, cercando di farli convivere e comunicare nel modo migliore. Alla fine lo scopo è realizzare un prodotto che suoni forte ma non distorto, che sia bilanciato in tutto e soprattutto che sia naturale, come se non avessi fatto nulla.

LP Per ottenere questi risultati, il primo step è la scelta dei convertitori. Come ti sei orientato?
MM Ne ho ben tre in studio. Il principale è Avid Pro Tools Carbon per la gestione della registrazione e per la fase di mixing, un Antelope Audio Pure 2 e un RME ADI Pro Mastering Edition per la fase di mastering.

LP Come hai integrato i convertitori con l’outboard?
MM Ho una consolle di mastering custom realizzata per me da Alessandro Benedettelli (bravissimo musicista, sound engineer e costruttore di outboard) su mie specifiche, con sette insert, una matrice MID/SIDE, input/output, low e hi cut, e una sezione di prima/dopo la consolle proprio per escluderla in qualsiasi momento e capire quanto ha influito sull’intero lavoro. Ogni volta per me è una magia sentire quanto l’analogico riesca a donare bellezza al suono in generale. Anche i plugin possono fare oggi grandi cose, vista l’attuale qualità: ne uso tanti, ma non troppi, e anche in questo caso li scelgo con molta chirurgica attenzione. Prima lavoro in digitale con i miei plugin preferiti, quelli che conosco bene e che fanno la differenza, e poi unisco i due mondi, insertando l’analogico. Sono convinto che sia ancora oggi la soluzione vincente: prendere il meglio dai due mondi. Per far questo, Carbon è diventato il fulcro tra digitale e analogico: l'outboard è collegato a Carbon per gli insert sui bus e l'uscita di Carbon entra nella consolle di mastering, alla quale sono collegati gli hardware per il bus master. L'uscita della consolle entra in Antelope Audio Pure 2 e sfrutto l'uscita digitale di Pure 2 per entrare di nuovo in Carbon. Con uno sdoppiatore di insert, al posto di entrare in Pure 2 dalla console, posso entrare in RME quando eseguo il master e, infine, l'uscita digitale di RME è collegata a Carbon. RME ADI Pro si è rivelato essere il convertitore giusto per il mastering: ottima conversione dei transienti, difficilmente distorce e routing flessibilissimo tra ingressi e uscite. Pure 2 invece è un convertitore puro senza grandi possibilità di routing.

max mungari audiofader luca pilla avid s1 dock recording studio

 

LP Come suddividi quindi gli investimenti tra hardware e digitale?
MM I soldi hanno un aspetto molto importante e vanno assolutamente rispettati: non ci si può più permettere di spendere e spandere, va tutto ponderato. Oggi le macchine analogiche moderne, di questa era (2025) sono realizzate meglio che in passato, perché hanno tanta qualità, possono essere super colorate ma anche trasparenti in base proprio a quello che devi fare, hanno un’estetica assolutamente fantastica (anche l’occhio vuole la sua parte) e hanno prezzi non bassi ma accessibili. Insieme a una DAW potente, come la classica associazione tra Mac e Avid Pro Tools, l’analogico fa la differenza. Io oggi mixo ITB su Pro Tools simulando un modo di lavorare analogico ed integro sui vari stem (drum, bass, guitars, keys e voices) macchine analogiche, per lo più compressori colorati, e successivamente lavoro sul bus master con altre macchine dedicate. Il mastering è realizzato solo con macchine analogiche. Uso qualche plugin solo per dare un migliore equilibrio al materiale audio di partenza, per poi entrare in macchina nelle migliori condizioni possibili. Ogni outboard ha un compito ben preciso in studio, così da avere sempre chiaro il quadro della situazione e capire dove investire ulteriormente.

LP Qual è il vantaggio di Carbon oggi, considerando che si potrebbe lavorare con plugin direttamente su computer?
MM Oggi potrei veramente lavorare solo con plugin, Pro Tools e una Carbon, che mi fa qualsiasi cosa (all-in-one), e gli immancabili controller Avid dai quali oggi è difficile staccarmi, proprio perché mi danno una sensazione di completezza. Carbon è più che un semplice convertitore. Lo vedo più come una soluzione all-in-one, che mi permette di registrare con preamp di alta classe (ben otto) per i quali posso decidere l’impedenza d’ingresso e quindi definire il suono che voglio dare in partenza. Grazie alle sue uscite, mi permette di realizzare un routing nutrito con tutto il mio parco analogico (ho molto hardware in insert su Carbon), oltre ad avere dei processori on board come era una volta per Pro Tools HD, per non pesare sul Mac e, volendo, mi permette di gestire monitor e cuffie proprie come un controller dedicato. Tecnicamente, le soluzioni di Avid (Carbon, controller Avid S1 con iPad con software di gestione) sono il cuore del mio studio, agganciato al mondo analogico così da unire il meglio. Potrei lavorare solo con Avid e portare a termine tutti i lavori, ma ancora preferisco circondarmi di tutto.

max mungari audiofader luca pilla avid s1 dock recording studio

 

 

LP Quali sono i plugin che usi più spesso?
MM Di Pro Tools uso un po’ tutti i plugin, semplici ed efficaci sempre, sia in lavori al top dove c’è un budget consistente e tempi larghi, sia in produzioni low budget con tempi stretti, dove ho bisogno di avere subito il suono e qualità. Heat è spalmato su tutti i canali, utilizzando sempre colori diversi. Uso spesso anche la serie Digirack. Altri plugin fondamentali sono gli eq e i comp di Plugin Alliance, Brainworx, IK Multimedia, Sonible e Soundtheory Gullfoss che mi hanno davvero cambiato modo di mixare e masterizzare! Poi ci sono i comp e gli eq di UAD come LA2A, 1176, Fairchild e Pultec che per me sono indispensabili.

LP Da quanto hai iniziato a lavorare con i controller Avid, cosa si è velocizzato maggiormente in fase di mix? La fisicità di questi controller quanto è importante nel tuo lavoro?
MM Utilizzo due controller Avid S1 con iPad e un Dock con iPad da due anni in maniera professionale! Ho difficoltà a farne a meno perché questa modalità di lavoro mi ha dato un approccio umano, vero e tangibile per la produzione, il mix e anche il mastering! Finalmente il lavoro sul controller ha un feeling analogico, che mi ricorda la consolle e, soprattutto, Pro Tools risponde in maniera perfetta! Dico questo perché in passato ho utilizzato altri controller non Avid e l’approccio era terribile! Sembrava tutto di plastica e non in linea con la macchina! Due mondi separati! Adesso è tutto più veloce, tutto più vero, come se riuscissi a toccare i plugin. Sensazione bellissima! Riesco a effettuare tante operazioni insieme e molto più umane, senza guardare i valori dei parametri o impuntarmi su minime variazioni, esattamente come se avessi una consolle! Avendo poi tanto hardware connesso con Pro Tools, riesco e gestire anche questo e mi sembra un tutt’uno, un ecosistema bilanciato e funzionale! Difficile per me rinunciarci, ora che ci ho preso la mano!

max mungari audiofader luca pilla avid s1 dock recording studio

 

LP Hai anche i monitor MTM di IK Multimedia, oltre alle Dynaudio, che hai corretto con il sistema ARC. Risultati in fase di mix e mastering?
MM Tutto è cambiato! Non ho mai sentito i miei monitor suonare così equilibrati e flat! Questo mi permette di avere risultati in mix e mastering professionali e, soprattutto, compatibili con i vari device che tutti usano. Suona tutto perfettamente uguale e non hai sorprese una volta uscito dallo studio. Non tornerò mai più indietro. Ovviamente questi risultati si possono ottenere solo se lo studio ha una acustica trattata, sia all’interno che all’esterno, con un progetto al top.

LP Chi ha realizzato il progetto acustico?
MM Ho costruito personalmente tutto quanto, con una squadra di operai specializzati, seguendo il progetto acustico di Claudio Nordio (D&A Sound). Claudio ci ha seguito a distanza in ogni singolo passaggio della costruzione e i risultati sono stati all'altezza del suo nome e degli studi a cui ha partecipato nella costruzione.

LP L'ultimo acquisto importante?
MM Ho preso una coppia di ADAM A77H, inserite da poco nello studio e ancora non le ho corrette. Così come escono dalla casa madre, suonano benissimo a diversi volumi e generi. Rispetto a Dynaudio BM15A, che sono monitor di molte generazioni prima, suonano bellissime e hanno una tridimensionalità minore, che forse verrà dopo, ma preferisco sentire la verità cruda in faccia e con quella componente media che sento mancare leggermente in Dynaudio. Gli estremi di banda delle ADAM sono morbidissimi e posso lavorarci per ore senza stancarmi. Ho installato le ADAM in verticale, girando il tweeter. Sono pazzesche!ù

max mungari audiofader luca pilla avid s1 dock recording studio

 

LP Negli ultimi anni, come si è bilanciato il tuo lavoro tra mix, mastering, dimostratore e produttore?
MM Cerco di affrontare i vari step nel modo più professionale e diverso possibile, perché ogni figura da te citata, ha competenze e ruoli diversi e io mi sento fortunato di viverli nel tempo, ormai anche consolidati, ma non è stato facile arrivare al punto in cui sono adesso, parlo della mia carriera musicale.

LP Come vedi il futuro di chi lavora con e per la musica, in tempi di social e AI?
MM Vedo un futuro positivo. Nonostante le paure di cui si parla, nessuno mai potrà sostituire l’umano che è in ognuno di noi e quello che potremmo realizzare in qualsiasi situazione. Social e AI sono il prossimo futuro che va assecondato in modo intelligente, cercando di fare in modo che tutto torni utile e che vada a valorizzare il nostro lavoro, magari facilitandolo e facendoci risparmiare tempo, ma non ci sarà mai la sostituzione completa dell’uomo.

max mungari audiofader luca pilla avid s1 dock recording studio

 

Per maggiori info: www.maxmungaristudio.com

I test in lettura gratuita dei prodotti citati nell'intervista:

Avid Carbon: l'HDX per project studio - Recensione

Soundtheory Gullfoss, l'evoluzione dell'eq dinamico- Review

AVID S1, il controller per Pro Tools e tutte le DAW - Test

Speciale: The Pultec theory

Test: Avid Pro Tools | Dock, la superficie di controllo ibrida

ADAM Audio A77H: calibrabili, controllate e potenti - Review

Avid Carbon: tutti i segreti dei preamp con Pro Tools 2021.10 - Il tutorial

IK Multimedia ARC STUDIO e ARC 4, la libertà della correzione acustica – Recensione

IK Multimedia iLoud MTM MKII: i monitor pronti a tutto - recensione

 

Antelope Audio Pure2, convertirsi al meglio - Review