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fabrizio argiolas intervista audiofader luca pilla

Fabrizio Argiolas: 30 anni di esperienza in studio e live - L'intervista


Fabrizio Argiolas: vivere la transizione tra analogico, digitale e computer, in studio e in live

 

fabrizio argiolas intervista audiofader luca pilla

Nella comunità dei sound engineer è piuttosto comune che ci siano sovrapposizioni nei compiti: mix e mastering in studio, eventi live, registrazione di orchestre e qualsiasi altra attività che vada da un microfono al prodotto finito. Fabrizio Argiolas ha un profilo che si sposa bene con queste sovrapposizione e, in più, ha l'esperienza di trent'anni. Il mestiere del sound engineer è indissolubilmente legato alla tecnologia, ma non sempre l'avanzare delle tecnologia corrisponde a un miglioramento. Lo vedremo nelle sue considerazioni sui microfoni di oggi e di ieri. Abbiamo voluto realizzare un'intervista che abbracci i suoi 30 anni esperienza, con luci e ombre.

Luca Pilla Hai vissuto tutta l'evoluzione della registrazione audio, dal primo passaggio al digitale e al minimalismo di oggi, lavorando soprattutto su computer. Cosa hai mantenuto come outboard essenziale in studio di cui non puoi fare a meno e perchè?

Fabrizio Argiolas Ho vissuto il passaggio al digitale e mi spiace solo di non aver vissuto il passaggio da mono a stereo in produzione. Ho iniziato a lavorare con mixer e registratori analogici ma il master si faceva già su DAT in digitale e stereo. Non sono riuscito a fare a meno delle mie NS10M Yamaha che ho sostituito da poco con delle Yamaha HS7 coadiuvate da un bellissimo SUB della serie MSP sempre Yamaha: non posso stare senza questo SUB incredibile che purtroppo non fanno più. Dal passato arriva anche una radio portatile stereo che uso per sentire il risultato finale di un mix in un apparecchio consumer. Non posso fare a meno del Lexicon 480 che però ho dovuto sostituire con il plugin della RELAB LX480, è identico ma senza i vari fruscii che oggi si fanno sentire troppo. Non ho più il mixer Neve ma sono pieno di preamplificatori SSL e Neve e non posso farne a meno, i primi per la voce caratteristica che adoro e i secondi per la pulizia... non troppo pulita. Tutto il resto sono riuscito a ritrovarlo nei plugin che oggi sono veramente molto fedeli e sempre con un setup innovativo. Poi ci sono i miei microfoni old school, che sono sicuramente meglio di certe novità di oggi. Praticamente quello che non è cambiato mai è il mio sistema di monitoraggio che di base è sempre lo stesso con l’aggiunta di nuovi monitor per il confronto e ora sto usando dei JBL PRX908 con sub PRX915XLF, che non sono monitor da studio ma suonano bene e forte. Quando registro le band in studio, mi danno una percezione della profondità migliore.

LP L'ultimo outboard che hai preso e perché?

FA SSL The Bus+ e ne sono veramente felice, un compressore da master innovativo ma tradizionale ed estremamente versatile, insomma, indispensabile per i mix e master di oggi e poi SSL Pure Drive Octo, anche lui un innovativo e versatile: un gruppo di 8 pre stupendi con la caratteristica voce di SSL.

LP Mi rifaccio sempre alla tua esperienza ultradecennale, partendo dalle prime produzioni hip-hop. I microfoni sono l'elemento in studio che tende a cambiare meno. Come hai scelto i tuoi microfoni, quali sono con te da sempre e quali hai trovato più adatti al tuo lavoro di ripresa dal vivo?

FA Quando ho iniziato i microfoni non erano tanti come oggi e, soprattutto, non erano cinesate, anche se i cinesi oggi producono ottimi microfoni per grandi marche. Il mio kit per la batteria è sempre stato improntato sui microfoni Yamaha e Shure: MZ204be per i tom piccoli e MZ205be per le frequenze più basse, invece per la cassa ho sempre usato il Beta52 Shure e ora anche il Beta 91 sempre Shure. Non ho invece mai usato D112 AKG perché nato negli anni dei vinili e quindi con delle basse troppo controllate e soprattutto sempre uguali, insomma sempre lo stesso suono. Oggi uso anche i Sennheiser MD421 che sui tom sono lo standard e dal vivo i Sennheiser E604, accoppiati spesso con dei DPA 4099, che ho aggiunto recentemente per una maggiore definizione sulle alte frequenze, e soprattutto i Neuman MCM114 per avere un suono più moderno. Per voce e quasi tutti gli altri suoni Neumann U87 e TLM103. Anche per l’orchestra preferisco Neumann ma uso anche degli ottimi Earthworks SR77 soprattutto per strumenti acustici e per i cori. Nuovi arrivati e scoperti per caso degli sE Electronics SE8, che sono veramente ottimi nell’amplificazione dei cori dal vivo, ottima risposta e poco sensibili all'effetto Larsen.

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LP Di solito quali sono i plugin essenziali in fase di mix di cui non puoi fare a meno?

FA Ora sto usando tutta la suite di SSL che, oltre ad essere molto valida, suona veramente SSL e mi piace molto. Non posso fare a meno anche di Waves, che arrivano dal passato ma sono ancora molto validi. L’LX480 di Relab è diventato il mio reverbero principale ma ne uso anche altri a seconda delle sonorità che cerco, infatti ci sono dei riverberi molto fedeli e altri molto sperimentali, tra cui SPACE di Pro Tools.

LP Hai una forte esperienza nella registrazione dei cori: come gestisci la ripresa di un coro da 40 persone e con quanti microfoni? Andando in location diverse, quali elementi critici individui subito per posizionarli?

FA Per la registrazione e l’amplificazione di cori, come per le orchestre, non bisogna usare troppi microfoni per evitare l’interazione tra di essi. Generalmente per i cori uso la tecnica del PagNag che è una formula che considera la distanza tra il microfono, la fonte, la posizione dei diffusori e la distanza dal pubblico (Pag è l'acronimo di Potential Acoustic Gain ed è una misura di quanto è possibile aumentare l'amplificazione di un sistema audio prima che inizi il feedback; Nag è l'acronimo di Needed Acoustic Gain ed è una misura di quanto guadagno è necessario per una particolare applicazione, NdR). Il PagNag mi consente di calcolare il numero e la distanza tra gli altri microfoni, che generalmente sono appesi dall'alto, per consentire ai cantori di muoversi liberamente, e si trovano a circa 1 metro sopra le loro teste. Questa tecnica è indispensabile durante i concerti dal vivo. Comunque, per i cori non vado mai oltre a nove microfoni a condensatore. Questa tecnica mi permette di ottenere sempre un ottimo volume prima innescare il Larsen.

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LP Molto è cambiato anche nella registrazione sul posto: una volta ci volevano diversi preamplificatori, oggi basta un mixer digitale. Qual è stata la tua scelta e perché?

FA Dipende molto dal tipo di lavoro ma generalmente uso un portatile Windows con Pro Tools e una scheda audio SSL18 con l’aggiunta di una scheda SSL Pure Drive Octo, assieme a una Focusrite Clarett Octopre (Focusrite, come Amek, ha dei preamplificatori basati sul design di Neve) per un totale di 24 canali in registrazione. Spesso uso anche il mixer Allen&Heath dLive con CMD32 che ha dei pre molto lineari e quindi molto adatti a registrazioni delicate come l’orchestra e il coro. Ovviamente tutto dipende sempre dalla quantità di canali che mi servono, il dLive ne ha 128 e mi permette, grazie a DANTE, di registrare con ridondanza su diversi computer, mentre il sistema SSL è più per piccoli ensemble o addirittura un pianoforte solo.

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LP Quando si pensa a un mixer per live, di solito si rimane nell'ambito dell'evento. Come ti trovi a usare dLive come sistema di registrazione professionale?

AF Il dLive è un ottimo mixer molto versatile e le sue possibilità di routing sono veramente molto ampie: posso registrare alcuni suoni diretti dopo la sola preamplificazione ma anche prelevare il suono da diversi punti del mio canale, per esempio dopo le dinamiche, dopo i filtri e anche dopo tutto (fader e mute). Registrando via Dante posso anche avere una ridondanza perché la scheda aggiuntiva Dante possiede due porte che posso decidere se usare in bridge o in ridondanza. Generalmente registro i suoni puliti subito dopo il preamp e rimando la parte di cura del suono in studio, con la giusta calma, ma spesso mi capita di dover rinforzare o filtrare qualche suono già in registrazione e il dLive mi aiuta in modo trasparente, se voglio, ma anche con suono più caratteristico grazie alla grande scelta di effetti interni e alla nuova scheda EFX che ho aggiunto. I risultati sono all'altezza della situazione: il suono Allen&Heath è sempre molto trasparente anche sui mixer più piccoli ma dLive ha ovviamente una marcia in più. Io registro o amplifico regolarmente orchestre e cori con una qualità sonora senza compromessi. Il fatto di essere così trasparente, mi permette di decidere sempre il suono basandomi sulla scelta del microfono.  Un mixer trasparente non ti condiziona e ti da tantissima libertà oltre ad un suono vero. Tutto dipende dal musicista, dal suo strumento e dal mio microfono: è il mixer che si deve adattare e non viceversa. Ho usato anche un Allen&Heat Avantis Solo con risultati strepitosi. Puoi sentire il risultato della registrazione in questo video:

 

LP Hai anche una grande esperienza anche nella registrazione di orchestre: oltre ai panoramici, utilizzi anche altri modelli di microfoni? Quale idea ti sei fatto sul loro posizionamento, pregi e limiti?

FA La registrazione delle orchestre è un capitolo molto complesso e vasto: secondo l’obbiettivo finale scelgo di usare Neumann, che io preferisco, o Schoeps, i primi più colorati per pop rock e colonna sonora, mentre i secondi più netti e lineari per la musica classica. Uso anche spesso gli Earthworks e i DPA, anche loro molto precisi. Sono stati una grande scoperta i nuovissimi Neumann MCM 114, che in molte occasioni hanno sostituito i DPA 4099 perché hanno un suono più corposo, esattamente come mi aspetto che sia il suono Neumann. Il posizionamento dei microfoni cambia molto in base al risultato finale che cerco e al genere musicale: per me non ha regole, ma sicuramente so che il musicista classico non ama i microfoni troppo vicini perché cattura troppi rumori o imperfezioni. Mi mi adeguo ma spesso preferisco il microfono vicino proprio per catturare la verità e ogni piccola sfumatura del suono originale. Capisco i classici ma preferisco il vero.

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LP Che impressioni ti sei fatto dei più recenti Neumann MCM?

AF I miei produttori di microfoni a condensatore preferiti sono DPA, Neumann, Earthworks e in alcuni casi Schoeps. Per registrare e amplificare dal vivo pianoforti, archi e anche tamburi ho sempre usato DPA 4099 ma poi mi hanno fatto provare i nuovi Neumann MCM 114 e mi sono innamorato. A differenza dei DPA, i Neumann hanno un suono più pieno e completo, infatti, se non adeguatamente filtrati, sono un po' più sensibili al feedback, ma il suono finale è veramente senza compromessi. Li uso sui pianoforti, sugli archi. Non posso più farne a meno su violoncello e contrabbasso. Sui tamburi, sia della batteria che quelli africani tipo il Djembè, sono eccezionali e non vanno in crisi neanche su un rullante. Gli MCM 114 daranno del filo da torcere ai diffusissimi DPA 4099.

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LP Ti occupi anche di live, che scelte hai adottato per i PA?

FA Faccio concerti ed eventi live di dimensioni diverse da sempre e ho lavorato con qualsiasi marca e tipo di diffusore, ma quando mi trovo davanti ad alcuni marchi come JBL e d&b Audiotechnik sento il suono che cercavo. Possiedo diverse coppie di JBL che mi danno moltissime soddisfazioni. La serie PRX in particolare riesce a dare la giusta energia per arrivare lontano, con una grande definizione soprattutto nelle frequenze della voce. Ogni volta che le ascolto in un nuovo luogo mi fanno sentire al sicuro, so bene che riuscirò ad ottenere il suono che voglio. Ho fatto un Tour con Roby Facchinetti nel 2015 con un impianto JBL VTX-V25, che era appena uscito (praticamente eravamo una demo dal vivo), che mi ha dato delle grandi soddisfazioni. Considera che io registravo lo stereo tutte le sere e senza alcuna modifica lo mandavo a Roby come pronto ascolto: il suono era esattamente come lo sentivo dal PA. Non mi era mai capitato. Ora credo che la tecnologia abbia fatto passi da gigante e molti marchi siano diventati validi ma la voce di JBL e d&b Audiotechnik è quella che preferisco.

 

LP Qual è il problema che incontri più spesso quando ti portano da finalizzare un mix? Registrazione o elaborazione delle tracce?

FA Purtroppo, il problema maggiore è la qualità della ripresa: oggi ci sono microfoni da pochi euro che danno l’illusione di fare una ripresa corretta ma in realtà non è così e quindi poi sono costretto a interventi molto aggressivi in mix. Io consiglio sempre di mettere da parte qualche soldo e piano piano comprare i microfoni giusti, senza buttare risorse in microfoni che costano poco e valgono anche meno. Una buona ripresa facilita molto nel mix ed evita l’uso inutile di troppi plugin, che in molti casi sovraccaricano il sistema e rovinano ancora di più il suono originale. Sono sicuro che un U87 Neumann abbia un costo importante e quindi non accessibile a tutti, ma il TLM103 o i KM184 sono più accessibili e regalano riprese di altissima qualità. Il kit da batteria di Sennheiser e600 è uno standard e ha un costo abbordabile. La regola è semplice: comprare i microfoni giusti per avere subito il suono corretto senza bisogno di lavorarlo troppo in mix. Ci sono molti microfoni che arrivano dal passato e che svolgono ottimamente il loro lavoro senza avere costi troppo alti. Il preamplificatore è il secondo punto di forza o di rovina. Un preamp adeguato permette di avere subito il suono con il timbro e l’energia giusta per arrivare intatto in mix. Io uso Neve per la precisione e SSL per il carattere.

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LP Quali accorgimenti prendi in fase di registrazione sul campo per giudicare la qualità della ripresa?

FA Da qualche anno uso solo ed esclusivamente cuffie Ollo Audio quando ho bisogno di sentire la verità delle mie riprese. Le ho scoperte durante la pandemia perché ho dovuto fare dei mix al volo senza poter andare in studio. Ho comprato le Ollo e mi sono reso conto che il suono di queste cuffie era veramente molto fedele. Ho fatto dei mix che poi sono risultati estremamente corretti, come se fatti in studio. Da quel momento non le ho più abbandonate e Ollo Audio continua a migliorarle: è una piccola azienda poco fuori dall’Italia che lavora artigianalmente e misura le cuffie una ad una, fornendo il grafico di risposta della cuffia acquistata. Ho risolto il problema della cuffia.

LP Dopo tutti questi anni, c'è ancora l'entusiasmo di cristallizzare l'emozione della musica attraverso la registrazione. Cosa si è perso e cosa si è guadagnato durante 30 anni nel registrare la musica?

FA Io mi sento ancora come quando a sette anni ho registrato il pianoforte verticale di casa, appendendo un microfono ad una statuetta di vetro che era appoggiata al coperchio superiore del piano. I tempi sono cambiati ma la mia ricerca del suono vero e il tentativo di rendere il mio intervento più trasparente possibile continuano. Più vado avanti, più il mio suono deve essere vero. Questo è il mio obbiettivo, voglio registrare un suono e poi toccarlo il meno possibile, per non rubargli l’energia e l’essenza originale. Poi tutto si incastra come per magia e il risultato è fantastico. Si è persa la capacità e il rispetto nella registrazione del suono e, in alcuni casi, si passa al retrig solo perché non si è in grado di microfonare in modo adeguato uno strumento. Sembra che tutti possano fare tutto, ma non è così. Si è guadagnato in qualità nella registrazione grazie alle innovazioni tecnologiche, ma il sistema è sempre lo stesso: ascolto il suono e trovo il modo per riprenderlo con il massimo rispetto. La tecnologia senza l’uomo non serve a nulla.

LP Ottimista o pessimista per il futuro dell'audio immersivo in Italia?

FA Ottimista e speranzoso… Avevo poco più di 18 anni quando amplificavo concerti in quadrifonia distribuendo i segnali con gli aux e ora che l’immersivo incomincia a fare i primi passi in Italia sono pronto a fare il grande passo. Sto studiando molto.

 

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