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Dopo due anni dall’ingresso di Moog in inMusic, arriva il primo synth monofonico della nuova era, con diverse sorprese e un prezzo inferiore ai 900 €.
Da quando inMusic ha acquisito Moog nel 2023, tutti ci siamo chiesti quale sviluppo avrebbe potuto avere questa scelta. Messenger è la risposta, ed è una risposta importante, chiara, nel solco della tradizione Moog ma con tutta la potenza di inMusic quando si parla di produzione, logistica e assistenza. In una preview solo per la stampa specializzata, sono stati affrontati diversi temi e presentato il nuovo monofonico Messenger, pronto per le nuove generazioni, ma non solo, di tastieristi.
In un istante
- Messenger è il primo synth monofonico sviluppato e prodotto da quando Moog è entrata in inMusic
- Messenger è un synth entry level notevolmente potente, tastiera a 37 tasti standard con velocity e aftertouch, sotto i 900 Euro.
- Messenger include anche funzioni riprese da precedenti synth: wavefolder da Labyrinth, assegnazione delle modulazioni da Moog One, arpeggiatore e sequencer da Muse
- Messenger espande il filtro analogico ladder con le versioni HPF e LPF a 12 dB/Oct, BPF, con funzione di compensazione dei bassi, tutti con risonanza
- Messenger trasmette e riceve CC da pannello, con interfaccia MIDI standard e USB/MIDI combinabili
- Messenger ha VCO, VCF e VCA analogici, con il classico suono Moog, e inviluppi digitali
Cosa (non) è cambiato con inMusic
Negli ultimi due anni, Moog ha rilasciato Labyrinth e Muse. Entrambi i progetti erano già in essere al momento dell’acquisizione e sono stati quindi portati a termine e immessi sul mercato. Messenger è il primo synth il cui sviluppo, costruzione e lancio sono nati sotto l’ombrello inMusic, sfruttando tutta l’industrializzazione e la logistica a disposizione. Messenger è un synth adatto a tutte le tasche e per chi si affaccia sul mondo della sintesi. Per mantenere competitivo il prezzo, Messenger è Made in China, ma il suono è quello Moog, che è il primo requisito quando si sceglie un synth Moog, seguito dalla qualità di costruzione. inMusic ha mantenuto ad Asheville la progettazione e lo sviluppo con il team di ingegneri già presenti al momento dell’acquisizione. A loro si sono aggiunte le figure e il team di sviluppo di inMusic, lasciando che ogni persona implicata nello sviluppo desse le proprie idee in fase inziale. Per esempio l’idea della PWM per il sub ocillatore è arrivata da Steve Dunnington (Engineer VP, da 30 anni in Moog), mentre il wavefolder, si deve a Max Ravitz, che aveva già portato avanti il concetto con Labyrinth.
Moog Messenger
Nato con la chiara intenzione di essere il primo synth Moog da comprare per chi vuole sperimentare la potenza del suono Moog, ma senza spendere cifre molto alte, Messenger è un synth monofonico dove a ogni controllo corrisponde una funzione, senza alcun display. Il suono nome nasce dall’idea di essere il synth che porta il messaggio del suono Moog a tutti i musicisti interessati a esplorare la sintesi e il suono analogico. Messenger mantiene la tradizione e la storia Moog, ma è un prodotto completamente nuovo. Non ci sono elementi di sintesi ripresi, per esempio, da Moog One, se non la facilità di assegnazione di una sorgente a un parametro da modulare.
Alcune delle sue funzioni sono state inspirate dall’esperienza di Muse, soprattutto arpeggiatore e sequencer. Tutti i circuiti sono realizzati con componenti SMD standard, senza parti custom, e non ci sono trimmer per la calibrazione, che è gestita internamente dal software. In termini di manutenzione e riparazione, se mai ce ne fosse bisogno, Joe Richardson ha sottolineato come l’ingresso di Moog nella compagine inMusic ha prodotto immediati benefici per la catena di produzione e distribuzione, compreso il supporto tecnico. Fino a tre anni fa, il supporto tecnico era previsto solo ad Asheville, ora invece si è espanso ai centri che gestiscono anche Akai, Alesis e qualsiasi altro brand di inMusic. Le condizioni sono quindi molto migliorate.
Moog Messenger possiede 256 patch, con una serie di preset creati dai migliori sound designer. Tra i suoi punti di forza ci sono i nuovi oscillatori con wavefolder, il sub oscillatore con pulse wave modulation, il filtro ladder multimodo con uno switch per la compensazione delle basse frequenze multimodo. Messenger è il modello a tastiera più piccolo della produzione Moog, sufficientemente compatto ma con una meccanica di tastiera a 32 tasti full size (due ottave e mezzo, con pulsanti KB Octave) con Velocity e Aftertouch monofonico, costruita su specifiche Moog e quindi custom, per un peso inferiore ai 5 kg.
Moog Messenger ha un’uscita monofonica e un’uscita cuffia, quest’ultima utile per reintrodurre il suono di Messenger al filtro, grazie all’ingresso Ext In. Presenti connessioni per pedale sustain ed espressione. Tutte queste connessioni sono a ¼” TS. Messenger ha una sezione dedicata all’interfacciamento con sistemi modulati eurorack, con connessioni mini jack da 3,5 mm: Clock In, Clock Out, CV In, Gate In, CV Out (1V/Oct) e Gate Out. Chiude l’interfaccia MIDI standard, la connessione USB C per interfaccia MIDI e aggiornamenti firmware, e l’ingresso per alimentatore esterno a 12 Volt.
Gli oscillatori e il mixer
Messenger riprende da Labyrinth il wavefolder, presente indipendentemente sui due oscillatori, integrando anche il waveshaping continuo nella selezione della forma d’onda, dalla triangolare alla dente di sega per arrivare alla quadra, con relativa modulazione per la PWM. Il circuito di wavefolder deriva direttamente da Labyrinth, ma non ha ulteriori controlli e si ingaggia agli estremi del knob per la forma d’onda dei VCO. La tecnica di wavefolder parte dalla logica del clipper, ma invece che tagliare la parte eccedente del segnale, sopra un certo livello, ribalta la parte superiore del segnale reintegrandola nella forma d’onda. In questo modo si creano nuove armoniche che sono differenti rispetto al semplice clipper. Il circuito a diodi e transistor di Messenger, permette di ottenere dei risultati prevedibili e soprattutto continui, senza salti di livello nel segnale audio.
Il sub oscillatore non ha una forma d’onda fissa, bensì un controllo continuo della selezione della forma d’onda (Waveshape), di nuovo da triangolare a quadra con PW modulabile dall’inviluppo del filtro. Messenger mette subito a disposizione quattro modulazioni con altrettanti pulsanti:
- modulazione della frequenza del secondo oscillatore con il primo per realizzare patch in FM
- modulazione della frequenza del secondo oscillatore con l’inviluppo del filtro
- modulazione della forma d’onda (Waveshape) del secondo oscillatore con l’inviluppo del filtro
- modulazione della forma d’onda del sub oscillatore (Waveshape) con l’inviluppo del filtro
Presente anche il knob Modulation Amount per definirne l’intensità. Ovviamente troviamo il sync tra gli oscillatori, il detune e la scelta dell’ottava.
Il mixer permette di controllare il livello dei due oscillatori e del sub, ma anche di un generatore di rumore. Il circuito di mixer, tuttavia, non satura come su altri modelli Moog: è trasparente. Il filtro però ha un mixer interno che accetta segnali esterni e per il feedback, così da ripetere il classico routing del Minimoog (si prende l’uscita cuffia e la si inserisce all’ingresso del filtro) per aumentare l’aggressività del timbro. Da non dimenticare le possibilità di realizzare patch in FM, sfruttando le forme d’onda triangolari sui VCO.
Abbiamo chiesto ulteriori specifiche sull’estensione dei VCO. Messenger risponde all’intero range MIDI di nota (1-127): la nota più bassa che può suonare corrisponde a MIDI Note 12 (16,5 Hz come fondamentale), al di sotto della quale produce solo dei click. La nota MIDI più alta corrisponde alla 120 (fondamentale a 8,37 kHz). In pratica Messenger riesce ad andare sopra e sotto di un’ottava rispetto a un pianoforte!
Filtri
Gli ingegneri Moog hanno elaborato una serie di circuiti accessori per il classico filtro ladder a transistor a 24 dB/Oct, marchio di fabbrica del suono Moog. Come sul primo Minimoog, incrementando la risonanza si perdono le basse frequenze, per cui già all’epoca si usava in studio un equalizzatore per recuperare queste basse frequenze. Messenger può evitare questo problema con uno switch dedicato (Res Bass, che si trova come CC nell'implementazione MIDI riferito a Filter Vintage Mode) per la compensazione delle basse frequenze, che cambia completamente il suono delle patch con risonanza molto alta. L’idea è di far rientrare il suono del filtro, senza risonanza, in un circuito mixer. Inoltre lo stesso filtro LPF può essere commutato a LPF 12 dB/Oct, a filtro passa banda (HP 12 dB/Oct + LP 12 dB/Oct) e filtro High Pass 24 dB/Oct. Per realizzare il filtro passa alto non è stata invertita la fase dell’uscita LPF e sommata in mix al suono originale: il circuito è inedito su Moog Messenger.
C’è ampio spazio per sperimentare nuovi suoni! Il segnale filtrato viene inviato a un VCA controllato da un ADSR, generato digitalmente. L’ADSR del filtro ha il suo controllo di Envelope Amount. Il secondo oscillatore può essere usato, anche nel range udibile, come sorgente di modulazione per il cutoff, con un knob dedicato. E’ possibile mettere in loop l’inviluppo del filtro o dell'ampiezza e usarli entrambi come sorgenti di modulazione. La sezione del filtro ha un mixer interno che consente di convogliare al VCF anche un segnale esterno (EXT In) oppure, in assenza di segnale esterno, realizzare il feedback del suono di Messenger in rientro sul filtro, come il classico trucco del Minimoog.
Apparentemente il cutoff del filtro può essere controllato dal KB Tracking con un solo valore, tuttavia c’è il trucco. È possibile tenere premuto per due secondi KB Tracking così da assegnare la tastiera a qualsiasi destinazione di modulazione, definendone il range con i sedici pulsanti per la selezione delle patch. E’ possibile assegnare il Keyboard Tracking a un solo parametro sul pannello. Gli inviluppi hanno anche una modalità Multi Trigger come su Minimoog.
LFO e modulazioni
Moog Messenger offre due LFO (programmabile nel range fino a 1,2 kHz, vedi più avanti), di cui il primo con con quattro forme d’onda, già collegato per le modulazioni in hardware (Cutoff, OSC 2 Freq, OSC 1 Wave e SubWave con knob per l’intensità, ma solo una può essere attivata), ma nulla toglie che si possa usare LFO1 liberamente come sorgente di modulazione. L’operazione è semplicissima: si preme un tasto e si gira il knob che si vuole modulare, con tanto di visualizzazione in 16 step del range di modulazione. Le modulazioni già previste da pannello si sommano alle eventuali modulazioni realizzate nella matrice di modulazione.
Il secondo LFO, con unica forma d'onda triangolare, è destinato alla modulazione del pitch, del cutoff o dell’amplificatore VCA. Velocity e Aftertouch sono altre due sorgenti di modulazione. Il pedale d’espressione può essere usato come un ingresso CV per modulare i parametri di sintesi. L’LFO 1 può beneficiare della funzione di Keyboard Reset, che resetta il punto di inizio ogni volta che Messenger riceve un segnale di Note On/Gate In, anche dal sequencer o dall’arpeggiatore.
Molte modulazioni sono già previste su pannello, ma esiste sempre la possibilità di assegnare una sorgente a una destinazione grazie al pulsante Assign. In questo caso, una sorgente può modulare solo una destinazione, ma nulla vieta di usare più sorgenti per la stessa modulazione. Nei parametri avanzati, è possibile attivare un fade-in e un fade-out per l'LFO 1.
Le sorgenti assegnabili sono:
- LFO 1
- Keyboard tracking
- Filter Envelope
- Amplitude Envelope
- KB S+H
- Velocity
- Aftertouch
- Expression
Le destinazioni possibili sono
- LFO 1 Rate
- LFO1 Depth
- OSC 1 Tune
- OSC 2 FREQ
- OSC 1 Sub Wave
- OSC 1 Waveshape
- OSC 2 Waveshape
- OSC 1 (mixer)
- OSC 2 (mixer)
- Sub OSC (mixer)
- Noise (mixer)
- FB/EXT In
- OSC 2 Cutoff
- Cutoff
- Resonance
- LFO 2 Rate
Una volta assegnate al parametro, muovendo il knob relativo, è possibile configurare anche l’intensità di modulazione usando i sedici pulsanti PGM. Un’ottima idea per evitare un display!
I controlli alla sinistra della tastiera includono Pitch (+/-7 semitoni che possono essere modificati in configurazione) e Modulation Wheel, agganciata all’LFO 2 (forma d’onda triangolare) con un knob dedicato per la frequenza da 0,05 a 12 Hz con possibilità di sync, assegnabile al pitch tre tre oscillatori, al cutoff o all’ampiezza, controlli di Glide, che può essere esponenziale, lineare a rate costante o lineare a tempo costante.
Arpeggiatore e step sequencer
Moog Messenger riprende quanto già visto da Muse, che prevede per esempio l’inserimento di pause per creare pattern ritmici. Ogni singolo preset ha il proprio pattern dell’arpeggiatore o, detto in altro modo, sequencer e arpeggiatore sono salvati nella singola patch, non hanno memorie dedicate. I comandi sono tutti sopra la tastiera. Lo step sequencer dispone di 64 step con funzioni generative basate sulla probabilità e registrazione dei parametri per tutti i controlli fisici del pannello. L’arpeggiatore ha tredici modalità differenti da cui scegliere, dieci modalità di range di ottave e note, swing, lunghezza del gate e programmazione della probabilità di nota e relativa lunghezza.
Altre funzioni
Accanto ai pulsanti dedicato all’arpeggiatore e sequencer, ne troviamo altri:
- Fade in/out dell’LFO1 fino a 10 secondi, salvato per singola patch
- KB S+H: sorgente di modulazione che genera valori casuali bipolari ogni volta che si suona una nota, con la consueta assegnazione già vista per altre sorgenti di modulazione
- Velocity come sorgente di modulazione
- Aftertouch come sorgente di modulazione
- Expression come sorgente di modulazione
- MIDI Channel: selezione indipendente del canale MIDI in ricezione e trasmissione. Memorizzato per tutte le patch.
Infine un paio di parole sull’implementazione MIDI: i controlli su pannello usano una combinazione di due Control Change (MSB e LSB) per inviare e ricevere i valori dei parametri più importanti per il suono, così da avere un’alta risoluzione (fino a 16.384 step). Sono previsti oltre 50 parametri di programmazione. Messenger ha una interfaccia MIDI con In e Out, gestisce il MIDI Clock, una connessione USB che funziona come interfaccia MIDI, che può lavorare contemporaneamente con la classica interfaccia MIDI.
Tutti i knob su pannello trasmettono e ricevono Control Change MIDI, ma non possono essere riassegnati. E’ probabile che prima o poi esca un editor ufficiale di Moog, ma al momento non è prevista una data. Moog Messenger risponde anche ai messaggi MPE, ma essendo monofonico risponde a una nota alla volta.
Configurazioni avanzate
La combinazione del pulsante Settings e uno dei 16 pulsanti per il richiamo delle patch, permette di accedere a parametri ulteriori, tra le quali citiamo il range degli LFO, fino a 1,2 kHz, il range del Pitch Bend indipendente per Up e Down, il comportamento al MIDI Out della tastiera rispetto al sequencer, la modalità del glide, il reset degli inviluppi, le combinazioni tra interfaccia MIDI e MIDI/USB., l’esclusione dal richiamo della patch delle impostazioni di Volume, Modulation Wheel e KB Oct, il Local Control, la modalità di funzionamento dei knob (Relative, Snap, Pass Thru), la priorità di nota (Last, Low e High), la trasmissione MIDI solo per tastiera e wheel. In questo caso è necessario avere in mano il manuale, perché non ci sono riferimento sul pannello.
Prime impressioni
Moog Messenger è un synth monofonico di dimensioni ridotte, come ce ne sono tanti in commercio, e si infila in uno zaino! La programmazione di Messenger si è rilevata facilissima, grazie ai controlli, l’assenza di display e soprattutto la logica di assegnazione della sorgente di modulazione con la sua destinazione, ripresa da Moog One (a sua volta ispirato da Oberheim Matrix 12). Il pannello di controllo permette di tenere tutto sotto controllo: Tempo, LFO 1 e LFO 2 hanno un led che lampeggia in base alla frequenza. Altri led permettono di capire immediatamente lo stato dei diversi pulsanti.
Le opzioni per decidere come si comportano i knob, dopo il richiamo della patch, permettono di adattare il modo di lavorare. Anche la possibilità di stabilire il range di frequenza degli LFO, fino a 1,2 kHz, è la benvenuta. I filtri LPF hanno il classico suono Moog, ed è interessante sentire come suona un 12 dB/Oct rispetto al classico 24 dB/Oct. I due filtri HPF e BPF sono molto interessanti: generalmente su altri synth hanno un suono pulito e delicato, ma su Messenger si sente tutto il suono elettronico che ci si aspetta da un analogico, con risultati molto musicali, interessanti e vivi.
Il wavefolder si è rivelato utile per spostarsi su suoni più simili all’FM, con un carattere metallico molto corposo rispetto ai digitali, piacevolmente senza artefatti digitali (e non poteva essere altrimenti). C’è quindi un arsenale di timbri pronto per essere esplorato. Quello che è sicuro è il carattere del suono che abbiamo potuto apprezzare: rimane sempre corposo, elettronico nel senso migliore del termine, vivace, pieno e a tratti piacevolmente legnoso e armonico come da sempre è Moog.
L’integrazione completa con i Control Change MIDI, sebbene ne siano richiesti due per MSB e LSB per diversi parametri, permetterà anche di automatizzare i movimenti, ma può ostacolare un collegamento diretto ad altri synth, perché occorre elaborare un filtro MIDI che accetti valori MSB/LSB da trasmettere come semplici CC agli altri synth. Chiaramente la scelta di Moog si è spostata nel garantire l’automazione dei parametri con valori molto fini, così da offrire un maggior senso di naturalezza in fase di riproduzione. Se volete già sentirlo all’opera, ascoltate l’ultimo album di Mike Dean: le sequenze e gli arpeggi sono Moog Messenger!
Conclusioni
Moog Messenger è una svolta per la storia di Moog per più di un motivo. Il primo è il prezzo! Un monofonico così ricco di modulazioni, possibilità timbriche e filtri, con una tastiera standard e una completa implementazione MIDI, targato Moog, era impensabile fino a qualche anno fa. L’ingresso di Moog in inMusic ha realmente aperto nuovi orizzonti per il futuro di Moog e nuove opportunità per il tastierista, sia esso alle prime armi che un professionista. Poi c’è un altro motivo per portarselo in studio: il suono. Moog non ha disatteso le aspettative e continua nel solco tracciato dal suo fondatore Bob Moog.
Sono passati ormai cinquant’anni dal primo Minimoog, che vide la luce per dare ai tastieristi la possibilità di suonare un sintetizzare senza investire in costosissimi modulari. Moog Messenger ha le carte in regola per avere successo in questi anni ’20, dove conta il prezzo, lo spazio ridotto e il suono. Moog Messenger è destinato a cambiare gli equilibri nella fascia di prezzo sotto i 900 €, a discapito questa volta dei cloni e di prodotti digitali o analogici nella stessa fascia di prezzo, che non possono vantare il vero suono Moog e la tradizione da cui deriva Messanger.
Disponibile dall'inizio di giugno 2025.
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