Fabio Nuzzolese, l’autore di questo testo, è docente dal 1991 al CPM di Milano, con una serie di partecipazioni professionale di tutto riguardo, oltre che televisive di primissimo piano. Fabio è quindi prima di tutto un musicista professionista e, dalla sua esperienza, nasce questo testo didattico senz’altro dedicato a chi di musica già ne mastica, anche se solo per passione.
Tanto per capire le grandi qualità dell'autore, vi invitiamo a sentire la playlist dedicata ai suoi brani pianistici e colonne sonore:
The Art of Beatmaking ha un sottotitolo molto chiaro: Tecniche moderne e consigli pratici per comporre e arrangiare sul computer. Il testo di 141 pagine è diviso in due parti. La prima racchiude, in 40 pagine, un sunto di tecniche di arrangiamento, armonia, melodia, forma, sistema tonale ed emozionale, processi creativi con approfondimenti sul groove. Già solo questa parte è in grado di illuminare il musicista, che magari arriva da un'educazione tipicamente classica, sulle regole del gioco per la musica moderna, che sono poi estese in una decina di pagine successive dedicati alle melodie e agli accordi, con immediati riferimenti a generi musicali (trap, jazz vibe, funky, techno, house, EDM, R&B, reggaeton) e scale con relativa tessitura.
E' vero che sono solo una quarantina di pagine, ma in tempo di disturbi dell'attenzione (grazie ai social), sono probabilmente le migliori 40 pagine di teoria generale che abbiamo mai incontrato. Fissano concetti ben conosciuti, senza tanti fronzoli, ed espandono il vocabolario musicale del musicista che non conosce questi temi, relativi alla composizione. Si possono trovare decine di spunti da cui partire e sperimentare, allontanandosi velocemente da una educazione musicale rigida e lontano dalle produzioni moderne, che richiedono ben altra preparazione. Il sottotitolo è, secondo noi, giustificato da queste prime pagine, che valgono tantissimo.
La parte più consistente, in numero di pagine, è dedicata ai 50 esempi di beat completi, strutturati su una partitura divisa in nove parti, che generalmente coprono la melodia, gli effetti, il basso, la cassa, il rullante o un percussione, la traccia di batteria e, in base al genere, strumenti necessari a codificare il genere musicale e il beat.
Ognuno di questi esempi è corredato del relativo MP3, che si scaricano registrandosi al sito V-Channel dell'editore, inserendo il codice di licenza che si trova nel libro. E' anche possibile scaricarli tutti insieme in una cartella zippata.
Qui alcuni esempi, che ben chiariscono la qualità delle partiture e dei risultati che si possono ottenere:
Li abbiamo ascoltati tutti quanti: la qualità è notevolmente alta, tanto che a qualcuno potrebbe venire l'idea di usarli direttamente come basi. Il mix, il mastering e la scelta dei suoni sono adatti ai singoli generi. Da sottolineare che il loro ascolto non è meramente per farsi un'idea: dove nello spartito c'è scritto synth, per esempio, solo l'ascolto degli esempi audio chiarisce in un istante quale tipo di suono occorre per un determinato stile musicale e, praticamente tutti, sono in linea con gli stilemi, il gusto e la classifica dei brani di questi anni. Sono esempi moderni e attuali!
E' da questa associazione tra partitura ed MP3 che diventa chiaro quanto sia necessario conoscere già come leggere una partitura, eseguire semplici frasi musicali, programmare una batteria elettronica e studiare la struttura del beat per poi poterla modificare a piacere. The Art of Beatmaking non è dedicato a chi assembla campioni, ma a chi i beat li costruisce passo dopo passo con le proprie mani, anche se nulla vieta di avere un approccio ibrido usando magari un loop di campioni. L'utilità del testo è mettere nero su bianco come funzionano i beat: qualsiasi musicista che sia in grado di solfeggiare e leggere le note ne troverà immediatamente giovamento per la sua cultura personale. I musicisti più attempati ricorderanno sicuramente le ore passate a riscrivere un brano, nota per nota e traccia per traccia, sui propri sequencer. Era un esercizio musicale di ascolto assolutamente incredibile per la sua utilità. Ecco, con questo testo, invece, è già tutto pronto e stampato per poter dire: "Ah, ecco come lo ha fatto!". Non c'è alcunché, però, che sia poi collegato al mondo del computer. Nessun accenno a piattaforme DAW, plug-in, library di suoni o sintetizzatori che si usano in produzione. Il testo è legato indissolubilmente alla musica, non agli strumenti hardware e software che si usano in produzione.
Conclusioni
Vien voglia di iscriversi al CPM per seguire i corsi di Fabio Nuzzolese, considerando l'alta qualità degli esempi audio degli stili. The Art of Beatmaking è indirizzato ai musicisti che vogliono esplorare stili musicali e aggiornarsi nel beatmaking, e anche ai docenti che sono in cerca di un testo moderno per spingere più in là, nel lato pratico della produzione musicale, i corsi di musica. La valenza del testo, la qualità dei materiali e dei concetti sono i punti di forza di un testo che non si perde in spiegazioni teoriche e massimi sistemi, ma punta dritto alla questione, lasciando che sia poi il musicista a imparare prima, ed interiorizzare poi, i diversi stili, per essere pronto a qualsiasi richiesta di produzione musicale odierna.