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Test: RØDE RødeCaster Pro, una regia nello zaino

Rapporto qualità/prezzo9
Costruzione9
Suono8.5
Facilità d'uso9
8.9

Compatta, elegante e dotata di tutto l’occorrente per allestire un podcast di qualità: la web radio alla portata di tutti?

Il Podcast è un media oramai consolidato, con numeri di ascolto negli Stati Uniti confrontabili con altri media tradizionali quali la radio, la televisione o i giornali. In Italia il servizio è arrivato nel 2004, ma si è rapidamente espanso, grazie ai principali network radiofonici nazionali che hanno iniziato a proporre dei podcast dei loro programmi di maggior successo. Oggi sulla rete troviamo podcast dedicati a precisi generi musicali, ma anche all’informazione, la cultura o il business, realizzati non solo da piccole emittenti locali, ma anche da aziende, giornalisti o semplici appassionati: a questo target di utenza di rivolge il nuovo RØDECaster Pro, una console potente ma semplice da utilizzare.

 

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L'interfaccia di Rødecaster Pro

Caratteristiche generali

RØDECaster Pro è un recorder dotato di quattro ingressi microfonici XLR dotati di preamplificatori di classe A, con range del Gain da 0 dB fino a 55 dB, dinamica a 100 dB e impedenza di 600 Ω. La console fornisce inoltre tre ingressi audio stereo per interagire con un personal computer tramite la porta USB, oppure con smartphone e tablet, sia tramite connessione audio analogica che in remoto, grazie al protocollo Bluetooth. Ciascuno dei tre canali stereo è dotato infine di un processore per la cancellazione dell’eco, per effettuare interviste telefoniche o su chat senza fastidiosi rientri. L’unità può registrare internamente su una scheda di tipo Micro SD, oppure veicolare il mix tramite la porta USB, per lo streaming live o la registrazione su una DAW.

Il RØDECaster Pro dispone inoltre di una sezione sampler con otto pad e una memoria onboard da 512 MB, che consente la riproduzione istantanea di effetti sonori, musica, jingle, applausi o stacchi pubblicitari. La console è dotata di quattro mandate Monitor per le cuffie (1-4), con amplificazione di 220 mW a 32Ω o 31mW a 300Ω; una quinta presa cuffie per l’operatore posta frontalmente sul pannello duplica il segnale veicolato dalla mandata 1. Una quinta mandata L/R consente di veicolare il mix stereo a una coppia di monitor. Nel robusto ed elegante imballo in un box separato troviamo l’alimentatore di rete e un cavo USB/USB-C.

Lo chassis del RØDECaster Pro presenta un guscio inferiore in materiale plastico, mentre i controlli sul pannello e le connessioni sono saldamente ancorati su un robusto profilo in metallo rifinito in nero satinato. L’interfaccia audio ha una risoluzione di 48 kHz/24 bit e può veicolare un flusso audio multitraccia verso una DAW, anche in modalità “Pre-Fader”, per intervenire nel dettaglio sui singoli segnali anche in post-produzione. RØDE fornisce sul proprio sito internet il supporto per l’impiego con Audition, Garageband, Logic Pro X, ProTools e Reaper, ma installando i driver Asio4All è possibile impiegare il RØDECaster Pro con altre DAW sul mercato. L’interfaccia audio supporta piattaforme quali Windows 10 e macOS 10.11 o superiore. Il peso della console australiana è di 2,850 chilogrammi.

 

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Il display posto in alto sul pannello comandi

I controlli

Nella parte alta del pannello troviamo il display a colori touchscreen, affiancato sulla destra da un generoso pad Rec per avviare la registrazione interna, infine da cinque potenziometri per regolare rispettivamente il volume delle quattro uscite cuffie e del Monitor Out. Ogni canale audio dispone di un fader da 100mm e una coppia di switch in gomma nella parte bassa per Mute e Solo. I quattro canali microfonici sono dotati di un piccolo switch per accedere all’editing dedicato sul display, e identificabili attraverso precisi codice colore. Sulla destra del pannello è posizionata la sezione con gli otto pad in gomma, dotati di retroilluminazione multicolore: i controlli fisici disponibili sono il fader per il volume e lo switch Solo.

Le connessioni

Partendo da sinistra, sul pannello posteriore troviamo la presa Kensington, il pulsante di accensione, la presa filettata per l’alimentatore di rete, la porta USB-C, lo slot per card Micro SD, la coppia di Monitor Out L/R su prese jack TRS da 6,3mm, le quattro uscite per le cuffie su prese jack stereo da 6,3mm, l’ingresso Line dedicato a smartphone/tablet su presa minijack TRRS da 3,5mm, infine i quattro ingressi Mic su prese XLR. Il Monitor Out 1 delle cuffie è duplicato su presa in formato minijack stereo da 3,5mm anche sul pannello frontale.

 

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Le connessioni sul pannello posteriore del RøceCaster Pro

Editing

Selezionando un canale microfonico, sul display compaiono quattro celle per la selezione di altrettanti menu: in quello denominato Microphone possiamo selezionare il tipo di capsula impiegata tra sei modelli del catalogo RØDE, più due impostazioni per modelli dinamici o a condensatore generici. Il menu Level comprende un Vu-Meter per monitorare il segnale in ingresso, la regolazione del Gain (range 0dB – 55dB), infine l’attivazione dell’alimentazione Phantom. Il menu Voice fornisce tre preset ciascuno per definire l’equalizzazione (Tone) e l’intensità del compressore (Strenght).

Nel menu Advanced possiamo attivare/disattivare su ciascun canale rispettivamente il compressore, il filtro HPF, il De-Esser, il Noise Gate, nonché i due processori Aural Exciter e Big Bottom di Aphex. Sul canale 1 dedicato allo speaker, il menu Advanced comprende l’attivazione del Ducking, per abbassare tutti gli altri volumi del mix durante un parlato. Nel menu principale del display che visualizza i livelli dei singoli canali e del mix L/R, toccando il piccolo ingranaggio in alto a sinistra si accede ad altri quattro menu dedicati alle impostazioni generali.

 

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Il menu Advanced con la serie di processori selezionabili per ciascun canale microfonico

Nel menu Channel, oltre ai canali microfonici, possiamo accedere alle opzioni per l’ingresso di linea, i canali USB e Bluetooth: ogni channel strip include l’equalizzatore con curve prefissate, ma cliccando sui preset Speech e Music – tramite il sottomenu Advanced – potete accedere anche al set di processori di dinamica già visti per i microfoni. Il menu Sound consente la registrazione in tempo reale dell’audio gestito dalla console su uno degli otto pad, mentre la cella Podcast consente di ascoltare le registrazioni fissate nella card Micro SD.

Il menu Hardware dispone di sei sottomenu: oltre alle impostazioni per la card, potete regolare la luminosità del display e dei controlli, attivare globalmente un limiter o un “boost” sul volume delle cuffie, le impostazioni per il protocollo Bluetooth e nella cella Advanced quelle per attivare l’interfaccia multicanale sulla porta USB o il Factory Reset. Anche sulla porta USB è attivabile il “mix-minus” per la cancellazione dell’eco, nel caso in cui si svolga un‘intervista attraverso una chat con il personal computer.

In termini di supporto, sul sito internet di RØDE è scaricabile gratuitamente la Companion App per piattaforme Windows/Mac, peraltro rivista nelle funzioni con l’ultimo aggiornamento che troverete nel prossimo capitolo.

 

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L’area con gli otto pad sul pannello comandi

Firmware 1.2.0

Durante il test, RØDE ha rilasciato il secondo aggiornamento del sistema operativo della console: la novità di rilievo è la possibilità di registrare un podcast in multitraccia anche sulla Micro SD Card: le 12 tracce e il mix stereo sono organizzate all’interno di un file Poly WAV. Anche attraverso la card è possibile registrare le singole tracce audio “Flat” in modalità “Pre-Fader”, mentre nelle due tracce stereo Mix confluiscono sempre tutti i canali processati dalla console.

I tecnici RØDE hanno introdotto inoltre dei codici colore sul pulsante Rec, per semplificarne l’identificazione della funzione selezionata durante l’uso. Aggiornata infine anche la Companion App, che ora include il menu dedicato alla gestione dei podcast in formato Poly WAV, che va ad affiancare quello per il sampler a pad (ribattezzato Sound). Attraverso l’applicazione potete inoltre estrarre da un file Poly WAV le singole tracce audio e il mix stereo del vostro podcast.

 

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La Companion App aggiornata: si noti la possibilità di applicare un codice colore anche ai podcast

In prova

Esteticamente il RØDECaster Pro mi piace, perché elegante e ben rifinito. Lo spazio ricavato sul fondo dello chassis vi consente di nascondere dei cavi troppo lunghi e fare ordine sulla scrivania: ben fatto. I fader sono fluidi nello scorrimento, i pad rispondono bene alle sollecitazioni delle dita, ma il plus per il sottoscritto è l’adozione di potenziometri a scatto per le regolazioni dei volumi. Il test si è svolto nella sala prove di una band di giovani musicisti che seguo da tempo, per realizzare una serie di podcast promozionali dedicati alla presentazione del loro nuovo album.

Per testare a fondo la resa sonora del RØDECaster Pro ho collegato alla console tre microfoni profondamente diversi per carattere e prezzo: un classico dinamico Shure Beta 58, più due varianti a condensatore quali il RØDE M3 e un Behringer T-47 valvolare a diaframma largo. Sul display, dopo aver selezionato la capsula e attivato l’alimentazione Phantom dove occorre sui canali, suggerisco di spostarsi immediatamente nel menu Level e intervenire sul Gain, perché il valore impostato di default da RØDE si è rilevato sempre piuttosto elevato per le tre capsule impiegate.

In ogni channel strip ho mantenuto le impostazioni di default per i filtri e i processori di dinamica (tutti attivi), andando a escludere inizialmente solo i blasonati algoritmi Aphex. I tecnici RØDE hanno lavorato bene sui preset dei processori: oltre al compressore e il De-Esser, ho apprezzato particolarmente il Noise Gate, ben studiato sia come soglia di intervento, sia come dolcezza nel decadimento. Anche le impostazioni prefissate nell’equalizzazione sono ben studiate: per esempio, quello intermedio applicato sul Beta 58 è l’ideale per eliminare fastidiose asprezze nella voce che possono stancare l’ascoltatore.

L’intervento dei due processori Aural Exciter e Big Bottom di Aphex mi ha positivamente sorpreso attivandoli soprattutto sul T-47, che ha restituito una voce rotonda e davvero gradevole. Non oso immaginare la resa con caspule RØDE quali la serie NT o il nuovo PodMic, quest’ultimo mirato per applicazioni broadcast. Il Ducking sul primo canale infine è la mano tesa anche per quei momenti in cui lo speaker vuole alleggerire il carico di lavoro come regista e concentrarsi sul proprio parlato. Riguardo all’interazione con dei device esterni, al RØDECaster Pro non manca nulla e potete studiare soluzioni per qualsiasi contesto.

Per esempio, un DJ all’ingresso audio di linea può collegare la propria console per una performance live durante la registrazione, mentre un giornalista può studiare interviste multiple a distanza, con Skype tramite un computer e una coppia di smartphone; nello specifico, rimarchevole l’efficace cancellazione dell’eco fornita su ciascun canale. Il supporto Bluetooth può rivelarsi strategico anche per riprodurre al volo delle interviste raccolte per strada, oppure semplicemente della musica con smartphone/tablet in situazioni essenziali.

Spostandosi al monitoring, la flessibilità delle mandate cuffie in termini di impedenza va seriamente considerata: potete collegare al RØDECaster Pro auricolari da poche decine di euro - come le ottime Advanced M4 impiegate nel test dal sottoscritto - fino a cuffie professionali quali le Audio Technica o le AKG serie K indossate dai ragazzi.

 

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Il RØDECaster Pro in azione durante il test svolto nella sala prove della band

Tra le impostazioni globali dedicate al monitoring, il Boost si è rivelato utile per adattare l’ascolto con cuffie ad alta impedenza, mentre ho mantenuto disattivato il Limiter, perché il suo intervento si è rivelato stancante nell’ascolto prolungato. L’opzione multitraccia nel recorder interno estende ulteriormente il range di impiego del RØDECaster Pro, perché nel broadcast potreste impiegarlo con profitto per catturare diverse sorgenti audio in una sessione video, oppure quattro voci o strumenti in ambito musicale. Gli ottimi preamplificatori microfonici in classe A, ma soprattutto la possibilità di veicolare tutte le tracce “flat” anche alla card, per un successivo trattamento in post-produzione sono elementi seriamente da considerare in altro impiego.

Su un laptop basato su piattaforma Windows 10 a 64 bit, ho compiuto prove su DAW quali Reaper, Audition e BandLab Sonar, impiegando i driver ASIO suggeriti da RØDE, senza rilevare alcun tipo di problema in ciascuna sessione. Alcune piccole accortezze da adottare con il RØDECaster Pro emerse durante il test: impiegate sempre con il recorder delle Micro SD Card di ultima generazione (minimo di tipo UHS di classe 1), con tagli a partire da 16GB, oggi disponibili sul mercato a poche decine di euro. Il secondo suggerimento riguarda il sampler a pad: conviene sempre compiere un backup dei file audio importati (compresi quelli forniti come demo da RØDE), perché la memoria interna può azzerarsi durante operazioni quali un Factory Reset della console, oppure l’aggiornamento del firmware.

Cosa manca al RØDECaster Pro? Per esempio, sarebbe bello in futuro trovare nei menu una manciata di locazioni di memoria per delle scene, al fine di fissare delle impostazioni generali per diversi impieghi. Un altro elemento migliorabile sono i manuali, perché quelli a corredo – peraltro in un formato poster in cartone pressato! - forniscono solo indicazioni legate ai controlli fisici e le connessioni; se volete approfondire con i parametri di editing dovete recarvi sul sito internet di RØDE e visionare il ricco parco di video tutorial dedicati, però solo in Inglese.

Conclusioni

Chi scrive ha militato in gioventù come speaker in alcune piccole radio private, e vi posso garantire che - quanto fornito oggi dal RØDECaster Pro - in quegli anni avrebbe riempito un’ampia regia di qualche blasonato network! La qualità costruttiva è elevata al pari delle prestazioni, ma il punto di forza risiede nella estrema semplicità di uso che – in determinati contesti – può rivelarsi strategica. RØDECaster Pro è davvero una console “Plug and Play”: colleghi microfoni e cuffie e in pochi secondi registri o sei online con la tua trasmissione.

A mio modesto parere, RØDE centra il bersaglio con questo prodotto, perché alla cifra richiesta – lo “street price” odierno è di 650 euro circa - vi portate a casa una console completa per un podcast di qualsiasi genere, ma con funzionalità che possono estenderne ulteriormente il range di impiego: mica poco. Terminato il test, al sottoscritto e i ragazzi della band è spiaciuto rimetterlo nell’imballo e restituirlo al distributore: davvero un bel prodotto. Brava RØDE!

 

PRO

Semplicità di uso
Mandate monitor separate per le cuffie
Interazione con i dispositivi esterni
Processori con preset ben studiati
Registrazione multitraccia anche su Card

CONTRO

Assenza di memoria di scena
Manuali migliorabili

 

INFO

MIDIMUSIC

Prezzo: € 791,78