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Test: Roland System-8, il synth camaleonte

Rapporto qualità/prezzo7.5
Costruzione8.5
Suono9
Facilità d'uso8.5
8.4

Roland System-8 è un sintetizzatore digitale polifonico a otto voci che impiega i motori digitali ACB per l'emulazione dei classici synth analogici di Roland, attraverso lo standard plug-out per caricare nuovi modelli. Include anche un modello unico di synth analogico che sposta il suono di Roland su nuovi orizzonti.

 

System-8 è un sintetizzatore digitale multitimbrico a due parti e polifonico a otto voci. Riprende e sviluppa le caratteristiche di System-1, in primis la possibilità di caricare strumenti virtuali a scelta dal catalogo di Plug-Out Roland, che si arricchisce oggi della nuova emulazione di Jupiter-8 e, a breve, di Juno-106, entrambe gratuite per i possessori di System-8. Tale tecnologia consente di caricare plug-in all'interno di uno strumento reale, cioè in modalità stand-alone. Per differenziarli da quelli che utilizziamo abitualmente all'interno di una DAW, Roland li ha battezzati Plug-Out.

 

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Roland System-8 in tutta la sua bellezza verde e nero

Pannello frontale

​System-8 è alloggiato in uno chassis di materiale completamente plastico, pertanto molto leggero. La retroilluminazione verde e il pannello superiore in alluminio nero sono gli stessi del modello minore System-1 ma, in questo caso, l'approccio generale è più tastieristico: è presente un joystick per pitch bender e modulation, la tastiera ha un'estensione di 49 tasti sensibili alla dinamica (ma non all'aftertouch) e c'è un display retroilluminato da 2x16 caratteri. La disposizione dei controlli è da manuale: nella fascia superiore del pannello, da sinistra a destra, troviamo i moduli della catena di sintesi: LFO, oscillatori, mixer e per finire Pitch, Filter e Amp con relativi inviluppi e parametri. Nella fascia inferiore trovano posto le funzioni complementari e globali come il metronomo, l'opzione Legato e il valore di Portamento, la modalità Mono/Poly/Unison, i quattro slot per selezionare System-8 o i Plug-Out, il display LCD e per finire lo step sequencer con la fila di 8+8 pulsanti che servono anche per la selezione dei preset, secondo lo storico standard di Roland. Nella colonna a sinistra, dove si trovano anche il joystick e i fader per regolarne l'intervento, ci sono la sezione arpeggiatore, il volume generale di uscita e la regolazione del livello di ingresso per il vocoder.

 

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Il pannello frontale di System-8 è fitto di controlli grazie ai quali la programmazione è molto veloce e fluida. La retroilluminazione verde è più gradevole e discreta di quella rossa di JD-XA

Pannello posteriore

Sul retro vediamo una classica dotazione di uscite L/R e cuffie, un ingresso stereo che accetta sia segnali di linea che microfonici, e due ingressi per pedali, uno a controllo continuo e uno switch. A differenza di System-1, qui troviamo un ingresso Trigger per sincronizzare lo step sequencer di System-8 con una periferica esterna. Abbiamo a disposizione anche i segnali Gate Out e CV Out per controllare generatori che li accettano, come sintetizzatori vintage o recenti comunque dotati di Gate/CV In. Ovviamente sono presenti anche le comuni porte MIDI In e Out, una porta USB, l'ingresso per l'alimentazione esterna e uno slot SD tramite il quale è possibile salvare o caricare suoni e installare i Plug-Out.

Pertanto dopo questa prima occhiata generale ci rendiamo conto che non si tratta semplicemente di un System-1 a 49 tasti, ma di uno strumento più evoluto e completo.

 

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Connessioni audio, di controllo, MIDI, USB e slot per card SD

La struttura di System-8

La catena di sintesi di System-8 è composta da due oscillatori identici e un sub oscillatore avanzato. I primi dispongono di un ampio spettro di forme d'onda: Sawtooth, Square, Triangle, Sawtooth2, Square2, Triangle2. Agendo sul comando Variation accediamo ad altre sei forme d'onda complesse: Logic, FM, FM Sync, Vowel, Cowbell, NoiseSaw. Con il potenziometro Color possiamo ampliare ulteriormente la gamma timbrica. Color può essere impostato manualmente o modulato dall'LFO, dall'inviluppo del pitch, da uno dei tre inviluppi o dal sub oscillatore, che lavora in banda audio, quindi a frequenze molto superiori all'LFO. Presenti funzioni di Cross, Sync e Ring Modulation. Pitch impostabile tramite tradizionale piedaggio da 2' a 64', semitoni e centesimi di tono. Il terzo oscillatore, anch'esso con controllo Color, dispone di due forme d'onda, sinusoidale e triangolare, una o due ottave sotto l'oscillatore 1. Per il rumore bianco o rosa c'è un generatore indipendente. Le 8 voci di System-8 possono essere riprodotte in modalità polifonica, monofonica e all'unisono. L'LFO dispone di molte forme d'onda: Sine, Triangle, Sawtooth, Square, Sample and Hold, Random, tutte in versione singola e doppia, e sei forme d'onda IR. Nel momento in cui scriviamo non è ancora disponibile il manuale di riferimento, quindi non abbiamo informazioni dettagliate su queste ultime. L'LFO ha il controllo di Fade Time che permette modulazioni di maggiore espressività e la possibilità di triggerare l'inviluppo oltre alla funzione, più diffusa, di essere a sua volta inizializzato dal Note-On. Gli inviluppi sono tre, di tipo ADSR per filtro e ampiezza e di tipo AD per il pitch. L'inviluppo d'ampiezza dispone anche di un controllo Tone per rendere il suono più brillante. In serie al filtro LPF/HPF 2/3/4 poli troviamo un secondo filtro passa alto. Anche in questo caso, con la logica del controllo Variation, System-8 offre ulteriori modalità del filtro. I processori effetti sono tre, in serie, senza possibilità di configurazione del percorso di segnale: il primo dedicato a distorsioni e phaser (Overdrive, Distortion, Metal, Fuzz, Crusher, Phaser), il secondo a delay, chorus e flanger e il terzo ai riverberi.

 

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I potenziometri riportano i valori riferiti a System-8. Quando viene caricato un Plug-Out le retroilluminazioni dei controlli non in uso si spengono

La struttura di Jupiter-8

Il Plug-Out Jupiter-8 replica la struttura del glorioso poly synth di Roland, ma con non poche differenze. Gli oscillatori sono due come sullo strumento originale, ma possono arrivare fino a due ottave più in basso di Jupiter-8 e possono entrambi riprodurre tutte e sei le tipologie di forma d'onda (Sawtooth, PWM, Triangle, Sine, Square, Noise). È presente la Cross Modulation, ma non la possibilità di mettere gli oscillatori in Sync, come invece troviamo nel Jupiter-8 e nel Boutique JP-08, forse una mancanza della versione beta che abbiamo testato. Come sullo strumento originale, il VCO1 non dispone di impostazione del pitch in semitoni e centesimi, mentre il VCO2 sì. Identiche a System-8 le caratteristiche dei tre inviluppi, mentre il filtro passa basso offre anche la pendenza a 12 dB/ottava, modalità non presente originariamente, così come le modalità accessibili con Variation.

Riproposte fedelmente le modalità Poly1 e Poly2, oltre a Mono/Unison. In breve, Poly2 gestisce diversamente i tempi di rilascio, consigliata per ridurre la sovrapposizione di suoni a rilascio lungo.

 

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La sezione arpeggiatore è di tipo standard

In prova

Abbiamo avuto il privilegio di provare System-8 con settimane di anticipo rispetto al lancio mondiale. Come sempre, osserviamo lo strumento prima di suonarlo. Esteticamente è una via di mezzo tra System-1 e JD-XA: del primo eredita la colorazione verde e il pannello in alluminio, meno affine a rimanere sporco rispetto a quello lucido di JD-XA. System-8 perde la bordatura verde acceso dei prodotti AIRA che avremmo trovato eccessiva su queste dimensioni. Da JD-XA prende l'aspetto generale di un synth da suonare. I fianchetti di JD-XA sono più rifiniti e sembra sia possibile ordinare fianchetti di legno per System-8. I potenziometri possono lavorare in modalità catch o direct e, se premiamo il tasto shift e spostiamo un potenziometro o un fader, il valore viene visualizzato sul display senza modificarlo. L'intensità della retroilluminazione può essere regolata e la scelta del colore verde è il perfetto compromesso tra effetto scenico e visibilità. Il rosso di JD-XA rendeva difficile la lettura del pannello perché è un colore che illumina poco, trovandosi nella porzione di radiazione visibile in cui l'occhio è meno sensibile. Le retroilluminazioni si spengono quando un determinato controllo non è disponibile per il Plug-Out caricato. Questa riconfigurazione luminosa del pannello rende la programmazione più semplice. Per altri parametri dove Roland ha fatto uso di serigrafie, per esempio le forme d'onda degli oscillatori, i simboli disegnati si riferiscono a System-8. Quando carichiamo Jupiter-8 dobbiamo leggere sul display il valore reale, perché per esempio l'LFO del Plug-Out non ha tutte le forme d'onda di quello di System-8. Stessa cosa quando modifichiamo il parametro Variation, presente per l'LFO, per i due oscillatori e per il filtro: accediamo ad altri set di forme d'onda o modalità del filtro, diverse da quelle serigrafate sul pannello e diverse da un Plug-Out all'altro. Può sembrare qualcosa di complicato, ma in realtà è una scelta molto lineare e pratica. Le sorgenti di modulazione degli oscillatori sono sei per ciascuno, con encoder dedicato, soluzione semplice e comoda. I potenziometri filter cutoff e LFO rate sono di tipo Griffer, cioè hanno una precisione maggiore. L'LFO, uno solo, può essere sorgente di controllo di un numero limitato di destinazioni: oscillatori, pitch, filtro e livello. Il display è piccolo, ma serve solo per mostrare il nome e il valore del parametro che stiamo modificando e per funzioni secondarie. Tutti i parametri per costruire un suono sono direttamente accessibili da pannello. Il passaggio da un Plug-Out all'altro è immediato ed è possibile creare Performance utilizzando Patch di due Plug-Out differenti, sia in split che in layer. Purtroppo però al cambio Patch il suono si tronca bruscamente: avremmo preferito un sistema simile a quello adottato su altri strumenti come Korg Kronos o Yamaha Montage. Lo step sequencer, a 64 step, è completo e facile da programmare. Possiamo programmarlo step by step o in tempo reale, modificare il singolo step, impostare l'unità di divisione e l'ordine di lettura. Non è possibile impostarlo come sorgente di modulazione per un parametro di sintesi. Semplice, ma divertente, la funzione Chord Memory che permette di memorizzare gli intervalli di due o più note, fino ad un massimo di otto. Suonando un qualsiasi tasto, System-8 suona le altre note rispettando gli intervalli impostati. La polifonia di sole otto note può sembrare ingiustificata, tanto più che questo Plug-Out non è la replica identica di Jupiter-8: attualmente anche i virtual analog più fedeli possono contare su decine di note di polifonia, sia quelli hardware che, a maggior ragione, quelli software. Però va osservato che grazie alle forme d'onda complesse e al comando Color si ottengono suoni ricchissimi, che su altri synth richiederebbero diversi layer, con riduzione della polifonia. Tra gli effetti spiccano ottimi chorus e phaser e un generatore di riverberi di buona qualità, ariosi, definiti e che non impastano anche a livelli e tempi di decadimento elevati. Il valore di Time nel delay è espresso in valore da 0 a 255, non molto comodo, avremmo preferito un'impostazione con le divisioni del tempo di metronomo, quando in sync con questo, o al più in millisecondi. Durante il salvataggio di una Patch non è possibile usare gli 8+8 tasti per selezionare banco e numero, ma bisogna ruotare l'encoder. Sono dettagli che probabilmente saranno sistemati nella prossima versione. Noi abbiamo testato la 1.00 di System-8 e la 0.09 di Jupiter-8. Non abbiamo ricevuto il Reference Manual prima della pubblicazione, quindi abbiamo preferito non riportare alcuni parametri e alcune mancanze che abbiamo incontrato, per esempio la modalità Sync nel Plug-Out di Jupiter-8, che saranno implementate a breve.

 

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System-8 può contare su 4 generatori, il primo è il motore nativo che eredita il nome dal synth, gli altri tre sono personalizzabili coi Plug-Out che Roland ha in catalogo o che produrrà in futuro

Suono

Abbiamo ascoltato tutti i preset dei due motori precaricati, System-8 e Jupiter-8. Il Plug-Out di Juno-106 al momento del test non era ancora disponibile. L'impressione iniziale per il motore di System-8 è quella di un grande suono, possente e dinamico. Pieno e granitico nel registro basso e preciso e cristallino in quello alto. È un sintetizzatore potente, capace di riprodurre fedelmente un'ampia tipologia di suoni, grazie alla complessa catena di sintesi. Molto interessanti i controlli Color degli oscillatori per rendere vivo e pieno il timbro in modo semplice e immediato. Già con un solo oscillatore si possono ottenere suoni grassissimi ed evolutivi. Utili le modulazioni di Color, in particolar modo quella con Osc3 che lavora in banda audio. Il Plug-Out di Jupiter-8, pur non essendo un clone identico dello strumento originale, è capace di riprodurre fedelmente la sensazione del poly-synth più conosciuto di Roland, di cui ripropone anche alcuni preset originali. Ci siamo divertiti a riprodurre sonorità anni ‘80 ricreando l'arpeggiatore di Rio e quello di Save A Prayer senza troppa fatica o strimpellando temi famosi di quegli anni. Ottimi i classici tappeti alla Jupiter-8, imponenti e mai invadenti. Molto bella la sonorità degli oscillatori in Sync, gli algoritmi ACB (Analog Circuit Behaviour) ricreano in modo fedele questo effetto tipico che riporta alla mente i gloriosi analogici del passato. Tra i preset spiccano anche suoni di basso synth rotondi e con molta pacca, caratterizzati da inviluppi particolarmente rapidi. Ci sono piaciuti molti preset di poly-synth squisitamente anni '80, soprattutto nel banco di Jupiter-8. Suoni solisti evocativi e molto dettagliati, anche se non particolarmente aggressivi. Agendo però sul processore effetti e sul controllo Color siamo riusciti a tirar fuori grinta da vendere. I filtri sono molto gradevoli, in tutte le modalità e la resonance molto convincente fino all'auto oscillazione. I banchi H sono vuoti, dedicati ai propri suoni. È comunque possibile salvarne altri utilizzando la SD Card.

Conclusioni

Roland System-8 ci è piaciuto per come suona, per la sua semplicità di programmazione e per il prezzo. La tecnologia Plug-Out è vincente, perché permette all'utente di personalizzare il proprio strumento con le emulazioni che preferisce, utilizzandole in studio o sul palco senza computer collegato. L'interfaccia utente è ben progettata ed è molto gradevole e pratica, molto più di qualsiasi controller configurato per un VSTi. La complessità del motore nativo di System-8 è tale da poter porre ben pochi limiti all'appassionato di sintesi e l'emulazione del Jupiter-8, riproduzione non filologica dello strumento originale, è probabilmente quello che molti tastieristi aspettavano da tempo dopo JP-08. Non è real analog, ma suona ugualmente bene e la pasta è convincente. Otto note di polifonia sono poche ma, come spiegato prima, non sono un limite timbrico. System-8 ha nel cuore ogni variante legata alla musica elettronica, con la possibilità unica di cambiar abito al tocco di un pulsante, personalizzabile e con l'immediatezza di una tastiera vera. Potete approfondire la programmazione nell'articolo dedicato di Gianni Proietti. Che sia la strada del futuro quella di avere tastiere reali su cui caricare strumenti virtuali?

 

Alternative

Attualmente sul mercato non esistono alternative alla praticità del sistema Plug-Out. Arturia Keylab e Native Instruments Kontrol S sono ottimi controller e possono comandare un catalogo di emulazioni ben più ampio di Roland, ma non funzionano senza computer, perché il plug-in non è installabile nella tastiera. Korg Kronos contiene al suo interno l'equivalente di 9 Plug-Out, dedicati a sonorità che spaziano dall'emulazione di sintetizzatori vintage come MS20 e PolySix, a emulazioni a modelli fisici per pianoforti elettrici e strumenti a corda. Tuttavia non ci risulta che Korg abbia in progetto di ampliare il catalogo dei generatori installabili, né che sia prevista l'opzione di caricarli/scaricarli dalla memoria interna o usarli in una DAW come si può fare con i Plug-Out. Roland JD-XA, presentato poco più di un anno fa, potrebbe essere considerato in parte un rivale di System-8, ma i punti di contatto sono ben pochi: JD-XA è analogico a 4 voci e digitale a 64 voci, le sue patch sono composte da 4 Part digitali e 4 Part analogiche, mentre System-8 può al massimo unire due Patch in una Performance e ha solo 8 note di polifonia. JD-XA non si ispira direttamente a nessuna vecchia gloria di Roland e le sue sonorità sono più moderne, mentre System-8 è un sistema in evoluzione e personalizzabile. Ricordiamo che attualmente Roland ha commercializzato i seguenti Plug-Out: System-100, SH-101, ProMars, SH-2 e i recenti Jupiter-8 e Juno-106.

 

 

PRO

Tecnologia Plug-Out

Inclusi Jupiter-8 e Juno-106

Qualità sonora

CONTRO

Solo 8 note di polifonia

Assenza Aftertouch

Routing multieffetto non modificabile

 

 

 

INFO

Roland

www.roland.it

info.musica@roland.it

Prezzo: € 1289+IVA

 

Vi lasciamo anche un demo suonato e registrato live dal nostro Gianni Proietti. A voi!!

Allegati

FileDescrizione
pdf Roland System-8

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